Il Tumore della Prostata
La prostata e’ una ghiandola presente nei maschi che è responsabile per la produzione di una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. La prostata è posizionata nella pelvi sotto la vescica, davanti al retto e circonda il canale dell’urina che si chiama uretra.
La prostata è soggetta ad inevitabile e progressiva crescita nel suo volume negli anni causando una condizione che si chiama iperplasia benigna (IPB). L’iperplasia benigna può essere causa delle tipiche difficoltà minzionali dell’uomo adulto. ma non è preoccupante dal punto di vista oncologico.
Se, invece, una cellula della prostata si trasforma in senso maligno, inizia la formazione di un tumore. I tumori della prostata generalmente nascono dalle cellule ghiandolari della porzione periferica e si chiamano adenocarcinomi. Ci sono altre forme tumorali che possono colpire la prostata ma sono molto più rare.
Il tumore della prostata rappresenta la neoplasia più frequente del sesso maschile. Nel 2019 si stimano 37.000 nuovi casi. L’incidenza del tumore della prostata è inferiore è al Centro (-5%) e al Sud (-27%) rispetto al Nord. Nel 2016 i decessi per il tumore della prostata in Italia sono stati 7.540 (ISTAT). Il tumore della prostata è al terzo posto come causa di morte nella popolazione maschile (8%).
I Sintomi
Nel suo stadio iniziale, il tumore della prostata è asintomatico. In seguito, può causare sintomi causati dal ingrossamento della ghiandola oppure dalla disseminazione a distanza della malattia neoplastica. Nel primo caso possiamo avere difficoltà minzionali o sangue nelle urine o nello sperma. Tuttavia, sono spesso sintomi che non sono distinguibili da quelli della iperplasia benigna. Nel secondo caso si può verificare dolore osseo persistente causato dalla presenza delle metastasi ossee oppure insufficienza renale dalla compressione sul apparato urinario.
La Prognosi
Incidenza Sono 37.000 i nuovi casi di tumore della prostata attesi, nel 2019, in Italia. Il tumore della prostata è il primo tumore più diagnosticato nella popolazione maschile (19%). L’incidenza del tumore della prostata è inferiore è al Centro (-5%) e al Sud (-27%) rispetto al Nord. Mortalità Nel 2016 i decessi per il tumore della prostata in Italia sono stati 7.540 (ISTAT). Il tumore della prostata è al terzo posto come causa di morte nella popolazione maschile (8%). Sopravvivenza La sopravvivenza a 5 anni degli uomini con tumore della prostata in Italia è pari al 92%. Presenta valori elevati tra i pazienti più giovani, passando da un massimo del 96,4% tra 65 e 74 anni ad un minimo di 52,1% tra i più anziani (85+).
La sopravvivenza a 10 anni degli uomini con tumore della prostata in Italia è pari al 90%.
L’aggressività del tumore prostatico è molto variabile. Mentre alcune forme sono di lentissima crescita altre sono aggressive e potenzialmente letali. Il grado del tumore, espresso da punteggio di Gleason, è un indice dell’aggressività del tumore. Questo viene determinato dall’anatomo patologo guardando le cellule del tumore sotto il microscopio.
Il patologo assegna alle cellule e alle ghiandole un punteggio che ci permette di classificare il grado e quindi, l’agressività biologica del tumore, su una scala da 1 a 5.
Il tumore della prostata è spesso di aggressività bassa e in molti casi può essere ritenuto “indolente”, ossia che difficilmente può dar luogo a danni fisici alla persona che ne è affetto. Molti uomini muoiono con il loro tumore della prostata ma non per il tumore. Infatti, gli studi recenti ci hanno dimostrato che alcuni dei casi di tumore prostatico di basso rischio non hanno bisogno nemmeno di essere trattati. Possono essere inseriti nei programmi di SORVEGLIANZA ATTIVA. In questo, i pazienti vengono monitorati e controllati senza alcuna terapia.
L’urologo fa come un soldato sulla torre di guardia con il binocolo puntato sul nemico, pronto a colpire in caso che il nemico si alza.
Quindi, i pazienti con tumori prostatici che non sono compresi nel gruppo di basso rischio oppure quelli con tumori di basso rischio che non desiderano intraprendere la sorveglianza attiva possono avere bisogno di trattamento.
Esistono terapie chirurgiche, terapie radianti e terapie mediche.
La terapia chirurgica e la terapia radiante possono essere applicati per i tumori di rischio basso, intermedio ed alto. Qualora il tumore è confinato alla prostata queste metodiche sono in grado, in una certa percentuale, dei casi di portare alla guarigione.
Mentre la radioterapia applica una dose di radiazioni in modo preciso alla zona della prostata e così facendo causa la morte delle cellule tumorali, la chirurgia rimuove completamente la prostata e con se il suo tumore. Tale intervento si chiama PROSTATECTOMIA RADICALE.